lunedì, febbraio 26, 2007

Che febbraio!!!

E’ quasi finito febbraio e ho davanti a me, sopra la mia scrivania, il calendario con tutte le ore di lavoro segnate. Giorno per giorno. Faccio il riepilogo di cosa è accaduto a febbraio e vedo che è stato un mese veramente pieno! Devo dire che è stato grande, anzi grandissimo! Mi ha restituito molta felicità questo mese. Forse sarà solo momentanea, ma nel momento questa sensazione mi fa vivere molto, ma molto bene.
Sono stanco morto. Anzi, stanchissimo. E in più non sto nemmeno molto bene, ma la sola idea del week end che è appena passato mi fa recuperare le forze perdute per strada. Se devo dirla tutta sono gli ultimi due week end appena finiti a farmi stare bene!
Prima la grande manifestazione del 17 a Vicenza contro la Base militare USA, una grande giornata, indimenticabile. Poi il doppio concerto di questo fine settimana che ha sancito la mia “morte fisica”, ma la mia “rinascita spirituale”
Eh, è stato proprio un grande doppio appuntamento, già programmato da molto, moltissimo tempo, al quale non volevo assolutamente rinunciare. Si è partiti venerdì sera, dopo una settimana di lavoro, in direzione del Rivolta, per assistere al concerto della Banda Bassotti. Hanno cominciato ad un orario a dir poco scandaloso e per questo il nostro orario di ritorno è stato quasi drammatico, ma ne è valsa pienamente la pena. Ho avuto il piacere di ascoltare per la prima volta anche i Talco, un gruppo interessantissimo che non so da dove provengano, ma so che fanno una musica che è la fine del mondo. Poi i Banda Bassotti che finalmente ho visto per bene che ci hanno deliziati per 2 ore abbondanti fino al fatidico ritorno a casa alle 4 e mezza del mattino. In volo verso la propria meta il mio cervello si è spento prima di raggiungere il contatto con il cuscino. Sabato il ritorno. Sempre al Rivolta, ma stavolta a vedere Caparezza.
Partiti con l’intento di star calmi dopo la serata appena passata e una recentissima “2 ore di calcetto” il genio di Molfetta ci ha fatto letteralmente muovere il culo anche se non ne avevamo voglia. Devo dire che ne ho visti tanti di concerti del Capa, ma in forma come l’altra sera mai. Sarà perchè era la sua penultima data del tour e si sa, quando si è alla fine vengono sempre fuori le cose migliori, ma mi sono divertito veramente un sacco.Sì, divertito, ecco la parola giusta. Divertito per la musica, per la situazione, il posto, ma soprattutto per la compagnia. Dalla manifestazione ai concerti i fedelissimi non hanno mollato un colpo e anzi ne approfitto per mandare un baciotto alla marghe, compagna d’avventure! Spero sia solo l’inizio di una lunga serie!

mercoledì, febbraio 21, 2007

Vicenza, 17/02/2007: alla manifestaziò!

Ci siamo, ci siamo stati, ci saremo. Ieri, oggi, domani. Sempre di più. Sabato è andata alla grande, è stata un’esperienza fantastica della quale, nel bene e nel male, ci ricorderemo per sempre. Nel bene perchè oltre a quella di Roma di un paio di anni fa alla manifestazione mondiale per la Pace, è la più bella ed intensa manifestazione alla quale ho partecipato. Avrei voluto a suo tempo andare anche a Genova, ma la mia condizione di ancora minorenne mi han impedito di avere la meglio sulle motivazioni più che altro legali ed affettive dei miei genitori. Nel bene perchè una città come Vicenza che ha poco più di centomila abitanti ha visto una affluenza immensa per le proprie strade. Nel male perchè pare che sia servita gran poco. Ma se da un certo punto di vista me l’aspettavo una reazione immediata di Prodi al corteo, non mi aspettavo una partecipazione del genere ad una manifestazione che alla base di tutto aveva non altro che il dislocamento o la rinuncia definitiva all’allargamento della base militare USA nell’aeroporto civile Dal Molin.
E’ una giornata intensa, calorosa, il sole caldo e alto nel cielo la riscalda come se fosse primavera. Alle 14.30 si parte, questi i piani degli organizzatori. A complicare le cose però l’alta affluenza. Non ci si sta più in stazione e bisogna partire, bisogna andare, cominciare a camminare. Alle 14 il corteo era già a metà strada, la coda, formata dal gruppo dei partiti è ancora in stazione. Ci muoviamo in mezzo alla folla, cominciamo a risalire la corrente. I partiti prima, i gruppi studenteschi poi. Bandiere, striscioni, coriandoli, alla fine è comunque carnevale. Musica, tanta, ovunque, ancora bandiere, ma soprattutto gente. Tanta, tantissima gente. Per le strade per le stradine, per le vie. E i poliziotti? Ad un certo punto la gente se lo chiede, in mezzo alla massa. Ma questi benedetti poliziotti dove sono? Eh già, perchè se c’è una cosa che non abbiamo visto in tutta la giornata sono proprio loro. Sono là, all’interno delle loro camionette, già sicuri anche loro che la situazione resterà calma, con tanta grazia e benevolenza dei paurosi (me compreso). Le ore avanzano e per raccontare degnamente ciò che si vive dentro una manifestazione di questo tipo ci vorrebbe un libro. E qua c’è posto solo per le emozioni. Ecco allora che chi queste manifestazioni non le vive non riuscirà mai a capire il piacere di stare assieme alla gente, il piacere di stare in compagnia, di poter anche parlare tranquillamente, sotto una giornata di sole, sapendo di essere accomunati tutti per lo stesso fine, dalla stessa idea. Ognuno con la propria testa, ognuno differente, ma tutti uguali nel voler dimostrare che anche loro ci sono, anche noi ci siamo. E’ per questo che a chi critica a priori queste manifestazioni dedico un abbraccio solidale perchè vuol dire che queste cose non le ha mai vissute, o le ha vissute male. Questo mucchio di persone da tutta Italia ti fa capire anche che non sei solo, nella lotta. Anche se soli non ci siamo mai sentiti queste persone ti danno un significato a tutto quello che fai. Come un discorso di Dario Fò o una riproposizione di un intervento di Franca Rame al Senato riproposto dalla stessa senatrice dell’Unione. Tutto ciò da un senso, come i bimbi avvolti nei passeggini dalle bandiere della Pace, come le mamme che spingono questi passeggini portando anche loro una bandiera in cima ad un palo. Come i vecchi, sempre tenaci, che tentano di difendere le montagne dalla TAV, come i veneziani che portano avanti la battaglia contro il MOSE. Capisci di non essere solo e di non farlo per un motivo futile. Lo fai per i bambini che ti guardano in faccia e non capiscono bene tutto quel trambusto, ma capiranno, un giorno, l’utilità di essere lì in quel momento. Lo si è fatto per noi, ma soprattutto per loro. Per i loro figli e i figli dei figli. Perchè la speranza comune, in quel 17 febbraio 2007, è che il sole che illuminava le 120mila persone scese in piazza per il proprio futuro, possa illuminare un giorno solo sorrisi e bambini che giocano.

giovedì, febbraio 15, 2007

Il futuro



Ti guardi intorno e vedi una luce soffusa
è la luce dei tuoi pensieri

è troppo debole per illuminare
il tuo cammino completamente

potrebbe trasformarsi in un giorno
nel raggio di sole da seguire

come potrebbe farti perdere
senza un minimo di esitazione

in un buio senza ritorno
e senza capire la strada in cui ti porta

Ma gli anni, troppo pochi,
che sono passati dal primo sole

ti fanno seguire una strada
che potrai rinnegare

in un futuro che solo immagini
e che costruisci giorno per giorno.

Bateo

lunedì, febbraio 12, 2007

E' un periodo un pò così...


Non sono molto ispirato in questo periodo e non riesco a portare avanti con costanza ed impegno il mio dovere di aggiornare il blog. Mi trovo spesso a scrivere controvoglia e quasi sempre lascio decadere l'idea, proprio per non andare contro il principio basilare sul quale ho creato questo posto: scrivere, ma solo quando mi va.

E' passato molto tempo da quando ho iniziato, e di acqua sotto i ponti ne è passata molta. Ho cambiato molti argomenti, ho trattato diverse faccende, tutte con un unica cosa in comune: l'essere scritte col cuore.

Quest'oggi mi va di scrivere, ma in questo momento il problema è: cosa scrivere. In questo blog non ho quasi mai scritto della mia grande passione che è il calcio, perchè so che ne scrivo già a bisogno in SW, ma non credo che oggi sia la giornata per cominciare a farlo. Non voglio scrivere di cinema, ho una settimana per preparare la presentazione a due cortometraggi, devo ancora decidere esattamente quali e sono un pò in panico. Non ho granchè voglia di scrivere di musica, anche perchè è un periodo in cui quando inserisco un cd per esempio di Guccini mi vien voglia di ascoltare Guccini, ma se ne metto uno subito dopo dei Rage Against The Machine mi vien voglia di ascoltare loro. Indecisione musicale, si direbbe. Invece boh....

Non mi va di parlare di fatti sociali, decisioni politiche, disagi giovanili eccetera. Ho voglia di vivere la vita, in questo momento. Non tralascio nulla di quello che sta succedendo, ma non riesco a concentrarmi solo su quello che la società mi offre. L'unica cosa che posso dire a riguardo è che sono contento dei DICO, ma che tanto per cambiare la Chiesa viene a rompere le palle. Non ho nemmeno più le forze per affrontarla la Chiesa, ma forse è ciò che vogliono loro, spompare la gente finchè non ci sia più la forza per lottare e ci si adegui alle loro dottrine. E' stato così per anni, ora però è il momento di mettere da parte le nostre pigrizie e continuare a lottare.

A proposito di lottare, non vedo l'ora arrivi sabato e con esso arrivi anche sta benedetta manifestazione. E' troppo tempo che l'aspetto...

Ho riempito quattro righe, dicendo e non dicendo qualcosa. Momentaneamente, anche troppo...Ho mille cose in testa, forse se sarò più calmo riuscirò a scrivere qualcosa di più, e meglio.

Però in tutto sto marasma di idee e confusione di una cosa sono estremamente sicuro: ieri sera ho passato una gran bella serata. Grazie!

giovedì, febbraio 08, 2007

Dalla parte di spessotto

Siamo dalla parte di Spessotto,
da appena nati dalla parte di sotto,
senza colletto, senza la scrima,
senza il riguardo delle bambine.

Dalla parte di Spessotto
il tè di ieri riscaldato alle otto,
i compiti fatti in cucina
nella luce bassa della sera prima.

Dalla parte di Spessotto
con la palla dentro il canotto,
col doppiofondo nella giacchetta,
col grembiule senza il fiocco.

Timorati del domani, timorati dello sbocco,
siamo dalla parte di Spessotto.

Siamo la stirpe di Zoquastro,
i perenni votati all'impiastro,
sulla stufa asciuga l'inchiostro
dei fogli caduti nel fosso salmastro.

Dalla parte della colletta,
dell'acqua riusata nella vascetta,
il telefono col lucchetto
e per natale niente bicicletta.

Dalla parte di Spessotto
e se non funziona vuol dire che è rotto,
dalla parte del porcavacca
e se nn lo capisci allora lo spacchi.

L'oscurità come un gendarme
già mi afferra l'anima,
attardàti qui in mezzo alla via,
non siamo per Davide, siamo per Golia.

Non per Davide e la sua scriva,
non per i primi anche alla dottrina,
con il tarlo dentro all'orecchio laflanellusi
che ci mangia il letto,

con i peccati da regolare
le penitenze da sistemare,
sei anni e sei già perduto
e quando t'interrogano rimani muto, muto.

Dalla parte di spessotto, che non la dicono non chiara
che non la dico non vera, che non la dico non sincera,
tieniti i guai nei salvadanai, se resti zitto mai mentirai.

Adamo nobile, Carmine equivoco,
Rocco Crocco e la banda Spessotto,
imboscati in fondo alla stiva,
negli ultimi banchi della fila,

abbagliati dalla balena,
nella pancia della falena,
clandestini sopra alla schiena,
gettati al mare delle anime in pena,

evasi dal compito, evasi dall'ordine,
imbrandati sotto a un trastino,
a giocarcela a nascondino
di soppiatto allo sguardo divino.

E il paradiso nostro è questo qua,
fuori dalla grazia, fuori dal giardino.
Va la notte che verrà non siamo più figli del ciel,
figli del ciel, figli del cielo, ma di quei farabutti di Adamo e di Eva.

L'oscurità come un gendarme
già mi afferra l'anima,
ha tardato qui in mezzo alla via,
già mi prende e mi porta

Dalla parte di Spessotto,
dalla parte finita di sotto,
ma siamo tutti finiti per terra,
tutti a reggerci le budella,

gli ubriachi, brutti dannati,
ma pure i sobri, belli fortunati.
E quando verrà il giorno che avrò il giudizio,
dirò da che parte è intricato il mio vizio,

per che pena pagherò il dazio,
in che risma sono dall'inizio.
Da che giorno ho levato il mio canto
da che pietra dato fuoco al pianto

per che cielo ho sparso il mio botto
non da Davide solo da Spessotto..

E il paradiso nostro è questo quà
fino alla notte che verrà
non siamo più figli del ciel, figli del cielo
non da Davide solo da Spessotto!

Vinicio Capossela
Ovunque Proteggi

venerdì, febbraio 02, 2007

Da che parte stai?


Non riesco a darmi pace. E’ da un pò che ripenso ad un fatto e non riesco a trovare un rilassamento interiore. L’11 settembre del 2001 è cambiato radicalmente qualcosa nell’aspetto mondiale. La follia umana, portata all’esasperazione da alcuni “invasamenti religiosi” ha portato alla distruzione delle due torri più alte d’America e la perdita di quasi tremila vite umane. Purtroppo in quel momento a capo degli Stati Uniti c’era, come c’è tuttora, George W. Bush. Forse per colpa di George W. Bush è arrivato quel momento. Da quel giorno il panorama internazionale è mutato radicalmente. Ma poteva essere altrimenti? Fra qualche anno troveremo nei libri di storia che questo maledettissimo giorno ha portato a vincere la paura. E io mi chiedo, riflettendo su tutto ciò, è possibile ragionare in termini puramente territoriali e/o politici su un avvenimento del genere? E’ possibile ignorare le storie umane messe a repentaglio da questo avvenimento facendo prevalere il proprio astio e la propria indignazione verso queste tre lettere: U.S.A.? Ne ho sentite di tutti i generi e di tutti i colori fino ad arrivare ad un “ghe sta ben a sti americani de merda”. Sono rimasto allibito.
Possiamo noi far fronte a tutto ciò cercando di razionalizzare il tutto? Siamo in grado di dare un giudizio di testa o prevarrà sempre il cuore in queste vicende? Riusciremo mai a far prevalere il buon senso a tutto il resto una volta nella vita? Credo di no. Ma in realtà non lo so. Non lo so, sono insicuro, sono indeciso.
L’11 settembre 2001 accesi la tv verso le 3 del pomeriggio e dopo 5 minuti sospesero tutti i programmi per dare la notizia della prima torre colpita. Rimasi sbigottito, come penso tutti coloro che videro quella disgrazia. Vidi in diretta la seconda torre che veniva abbattuta e mi cedettero le gambe. Come può l’uomo arrivare a tanto? Come può la pazzia sovrastare qualsiasi forma di ragione? 3000 persone persero la vita in quel giorno, ma quante la perdono quotidianamente per gli attacchi aerei che partono da Washington? Quante cazzo, quante? Allora è proprio vero che facciamo parte di un risiko gigantesco in cui alcuni tirano un dado o estraggono una carta? Cosa dirò ai miei figli quando mi chiederanno spiegazione di tutto ciò? Gli dirò che l’America è stata colpita al proprio cuore e il mondo è cambiato. Forse non saprà neanche com’era prima, forse per lui sarà normale vedere tutta la discriminazione razziale che ha portato quell’evento. Magari mi chiederà “papà e tu da che parte stavi”? E io? Da che parte stavo? Dalla parte dei più poveri gli dirò. Dalla parte di coloro che hanno rifiutato i soldi dal governo americano perchè non hanno accettato la versione ufficiale dei fatti. Dalla parte di quelli che hanno dato anima e corpo per far uscire la verità. Dalla parte di quelli che hanno perso la propria vita per salvare quella di altre persone. Dalla parte dei pompieri e dei poliziotti, figliolo, che in quel giorno sono entrati sapendo che non ne sarebbero usciti vivi. Dalla parte delle persone di colore, dei mussulmani che hanno pagato e pagano questa disgrazia. Dalla parte degli emarginati e dalla parte degli iracheni, perchè devi sapere, figliolo, che tutti quei bambini uccisi a “missili dal cielo” non hanno avuto un film. Non hanno avuto un WTC a raccontarli. Sono stato e sarò soprattutto dalla parte delle persone.