martedì, ottobre 09, 2007

L'odore della Senna, il profumo della Storia

Scrivo, Parigi è nella mia testa e le mie mani da qualche giorno vogliono scrivere qualcosa su quel viaggio magnifico fatto in terra francese. Ricordo ancora come fosse ora tutto quanto di quei 5 magnifici giorni. Il viaggio verso Venezia, destinazione Marco Polo, il sonno che invadeva le nostri menti, ma l’eccitazione di una partenza che era ormai imminente. L’attesa in aeroporto con caffè e briosche e poi finalmente via,verso “orizzonti più vasti”. Sì perchè ogni volta che ce ne usciamo dai nostri confini, nazionali e mentali, è come un’apertura che si fa verso il Mondo. E’ lo scoprire qualcosa di nuovo, che non si riusciva comprendere, o che semplicemente non si conosceva. E’ il meravigliarsi per un qualcosa che magari hai anche in casa tua, ma non te ne rendi conto. E’ tutta la meraviglia che nasce dall’emozione di essere in un luogo a migliaia di chilometri di distanza e con tutta la voglia di conquistare il mondo che giace sulle tue mani e sulle tue gambe. Solo nelle tue, e di chi ti sta attorno, in quel posto magnifico.
Così ti capita che ti svegli alla mattina ad ore che nemmeno sospettavi in periodo di vacanza, pronto a ripartire con la carica necessaria e capita che ti cedano palpebre e gambe all’ora in cui in Spagna devono ancora iniziare a mangiare. Succede, perchè l’intensità con cui vivi le giornate intere passate tra le strade, le vie, i bar e i monumenti di una metropoli non si può descrivere o immaginare. C’è solo da viverla. Ed ecco che ci ritroviamo a passeggiare tra l’odore della Senna e il profumo di Storia, tra Archi ti Trionfo e piramidi di vetro, tra cattedrali gotiche ed edifici che toccano il cielo. Passi da un mimo negli Champs Elisèe ad un suonatore di fisarmonica in metro, da zingari che ti chiedono se parli inglese alle Coca Cola da 7 euro nel centro commerciale più grande d’Europa. Il tutto quasi senza rendertene conto.
Ti accorgi che il tutto è talmente tanto bello che le giornate passano velocissime e con loro arriva altrettanto veloce il dolore alle gambe. Ma la voglia è talmente tanta che sopporti e passi oltre. Attraversi quei posti dove la Storia ha fatto il suo corso e ti fermi a vedere da dove le persone che l’hanno fatta osservano i propri figli continuare le loro Opere.
Capisci cosa vuol dire “boisson” dopo mezz’ora che giri per le strade. Sospetti che per trovare un caffè decente tu debba trovarti un bar che abbia quello italiano. Sei certo che quella sarà una grande vacanza quando nel primo bar che ti siedi risplende raggiante, dal muro sopra alle vostre teste, un ritratto di Ernesto.
Ti ritrovi che parti con un’idea e finisci con un’altra. Francesi boriosi, antipatici e maledettamente schizzinosi il sospetto; disponibili, simpatici e tutto sommato positivi il riscontro. Ti stupisci quando vedi qualche ragazzo saltare i cancelli della metropolitana, da noi ti stupiresti vederli infilare il biglietto. Spalanchi gli occhi quando vedi il livello di integrazione a cui sono arrivati e sogni di arrivare a toccare questo punto, fra un pò di anni. Quasi illusione, quasi utopia.
Respiri l’aria del sapere, in quella città che guarda al cielo con la sua amata Tour Eiffel, respiri l’aria della cultura. Ovunque ti giri, ovunque tu vada non c’è nulla che ti lasci vuoto. Respiri l’aria della felicità in quel mucchio di strade che ospitano bar e ristoranti come fossero formiche. Respiri l’aria di diversità in quel posto che sono 6 o 7 città all’interno della stessa grande metropoli. E respiri soprattutto magia, incanto quando quella ruota gigante ti porta in alto, lassù, nel punto in cui dòmini Parigi, in cui ti emozioni a guardare il resto della città, tra i suoi colori autunnali.
Ma è soprattutto quando ti giri e capisci che su quella ruota, in cima al mondo, non sei solo, ma c’è lì con te una persona speciale, molto importante, che ha condiviso con te tutti questi momenti e con cui non vedi già l’ora di condividerne altri, che capisci che questo viaggio è stato davvero fantastico.
La storia racconta che quello spezzone di Parigi fu in realtà quasi il nostro ultimo saluto alla capitale francese. Seguirono altri fatti, ma lì fu l’apice del nostro viaggio. Seguì la cena al pub, la camminata per quelle strade illuminate che danno un’emozione unica quando le attraversi, la notte all’aeroporto passata tra seggiolini in plastica che impedirono di dormire. Alle 6 e 30 di Domenica 30 settembre lasciammo Parigi per tornare a casa. La nostalgia aveva già invaso i nostri corpi e le nostre menti.

lunedì, ottobre 08, 2007

Libertà, vita, idee...

Vengo a vivere con te
lo sai mi sono innamorato
e la vita è troppo corta
e non possiamo perdere tempo
o forse è proprio il tempo
che non può perdere noi
Vieni a vivere con me
sai quante cose potremmo fare
tu potresti suonare il piano
mentre io spalmo la maionese
potrei spalmartene un po' sul collo
e leccandoti far tremare Bach

Contro la noia della TV
guardare solo la pubblicità
gli spettacoli quelli no
quelli li faremo noi
e poi dopo aver fatto il bagno
correre al cinema a vedere un film

Potremmo essere felici e fare un mucchio di peccati
potremmo essere felici e a volte un poco disperati
potremmo dirci certe cose da fare accapponare la pelle
potremmo fare certe cose che ci fucilano alle spalle

Poi potremmo studiare il modo
per vivere senza lavorare
studiare l'ora per andare al mare
decidere per chi votare
andare in centro con la bicicletta
la bicicletta trallallerullà

E imparare a ballare il tango
che nella vita serve sempre
parlare un'ora del colore
per ridipingere il soffitto
e poi nel silenzio abbassare gli occhi
cercando nuovi angoli da baciare

Potremmo essere felici fare un mucchio di peccati
potremmo essere felici e a volte un poco disperati
potremmo dirci certe cose da fare accapponare la pelle
potremmo fare certe cose che ci fucilano alle spalle