lunedì, aprile 21, 2008

Caos per caso


In macchina c’è un cd, nello stereo, che da giorni mi sta tenendo compagnia. E’ uno dei miei artisti preferiti, lo ascolto sempre con molta attenzione e ogni volta scopro qualcosa di nuovo. L’artista è Caparezza e il titolo del cd, caso vuole che si chiami “Le dimensioni del mio caos”.
Che c’entra il caso dite voi? C’entra tantissimo perchè con il girare di due lettere si ottiene d’improvviso ciò che è successo a noi. Il caso che genera il caos.
D’improvviso il cambiare di una lettera, la sovrapposizione all’altra, l’evolversi di un significato.

E ridevi, ridevi, ridevi e ancora ridevi.
Perchè entrambi ridevamo, ridevamo, ridevamo e ancora ridevamo.
Per un istante, per un pò di tempo, per qualche ora tutti i pensieri che aleggiavano nella nostra mente sono scomparsi. Hanno lasciato il loro posto alla voglia di ridere, al gusto di stare assieme, al bisogno di svagare e lasciare andare la propria testa anche per nulla.
Finalmente, dopo 2 settimane molto, troppo tirate, ieri sera abbiamo smollato la tensione un pochetto.
Ci siamo potuti permettere il lusso di rilassarci un pò, di ricaricare un pò le pile, di prenderci del tempo per noi due soli.
Ci serviva. A me e, checchènedica anche a lei.
A parte l’inconveniente del colpo della strega che oggi la obbligherà a letto tutto il giorno (povera piccola.....) ieri sera abbiamo liberato un pò la mente, trascinato i nostri pensieri al di fuori del recinto in cui (giustamente) erano stati rinchiusi finora.

Intanto ho comprato i biglietti e il 10 maggio saremo a Rimini...non vedo l’ora...

PS: Forza “papo” che sei forte!!

Le dimensioni della sconfitta, un punto di ripartenza

Diciamocelo, la sconfitta è stata netta. Non credo che il migliore dei modi per ripartire sia negare l’evidenza in nome di un ottimismo piuttosto cieco, così è meglio partire da una constatazione ben precisa: si pensava di fare molto, molto di più. Non avevamo considerato correttamente la potenza della Lega, l’avevamo sottovalutata, forse snobbata, probabilmente abbiamo creduto che l’entusiasmo che accompagnava i nostri viaggi e la nostra campagna elettorale si trasmettesse a tutta la popolazione a macchia d’olio, commettendo il classico errore che ci accompagna da una vita: considerare “la piazza” come specchio fedele di un sentimento maggioritario. Ci siamo accorti, per l’ennesima volta, che così non è. Siamo stati battuti, nettamente. Il PDL ha stretto la classica alleanza col Carroccio, il quale ha raccolto il voto di quei delusi della politica di condivisione che noi abbiamo cercato di portare avanti. Ma oltre alla conferma della Lega, tornata all’exploit di un pò di anni fa, fa strano vedere come la Sinistra Arcobaleno abbia fallito il suo compito, quello di rappresentare tutta quella fascia di elettori che non si identificavano nel PD perchè troppo spostato in una logica “centrista”; i numeri dicono che questi elettori hanno dato il loro appoggio un pò a Di Pietro, un pò al PD, in buona parte sono stati a casa e “last but not least” hanno riposto la loro fiducia nel partito di Umberto Bossi. Sembra assurdo, ma proprio la Lega Nord sale alla ribalta da quei quartieri popolari che hanno affidato ad essa il compito di mantenere lo stato di salute e prosperità in cui versa il Nord / Est d’Italia (ma non solo).

Alla luce di questi dati si possono fare diverse considerazioni e numerose domande. La prima, secondo il sottoscritto, domanda da porsi è:
indipendentemente dalla sconfitta, come è andato il Partito Democratico?
La risposta è semplice e non ci sarebbe nemmeno il bisogno di guardare tanti numeri o cifre, i quali restano comunque il cuore di una democrazia rappresentativa: BENE. E’ andato bene perchè anche solo dovessimo considerare la semplice somma dei due maggiori partiti del Centro Sinistra (Ds+Margherita) otterremo che il risultato ottenuto è superiore a quella soglia (29% circa) di circa 4 punti percentuali, punto più, punto meno. Siamo partiti da 6 mesi e abbiamo incamerato più preferenze di gruppi radicati e presenti da anni. Siamo partiti da una posizione di netto svantaggio, avremmo quasi dovuto scomparire stando alle previsioni, abbiamo pagato dazio di due anni di non-governo e abbiamo comunque ottenuto numeri molto confortanti.

Abbiamo fatto bene a correre da soli?
Io direi di sì. Non abbiamo vinto, non sapremo mai se così sarebbe stato in caso di alleanza, ma credo fosse giunta l’ora di un distacco definitivo. C’era la necessità di dare una forte scossa sia all’immagine collettiva che colpiva la sinistra italiana, sia all’apparato politico che formava quel movimento che era il centro sinistra. Abbiamo dato vita ad una realtà riformista scomoda a molti, sia a destra che a sinistra. L’aveva cominciata Prodi, abbiamo trovato in Uòlter il miglior rappresentante possibile. Come sembra poter essere, i problemi che noi avevamo con gli allora “massimalisti”, li avrà anche la PDL con i leghisti, che altro non sono che degli estremisti di destra.C’è da chiedersi se la scelta di indirizzare la mira più verso gli indecisi centristi rispetto ai delusi “sinistri” si sia rilevata corretta, visto l’alto numero di astensioni. Non siamo riusciti a convincere la gente che siamo comunque un partito di centro-sinistra, che guarda sempre a quella fascia di elettorato. Abbiamo pensato che rubare i voti al centro fosse più proficuo, probabilmente sottovalutando la presenza dell’UDC che avrebbe comunque comunque fatto da “atterraggio morbido” nei confronti di quelli che non volevano Berlusconi. La gente della sinistra era stanca e non è andata votare, delusa da anni di promesse non mantenute. L’Arcobaleno non è riuscita a recuperarli e questo l’abbiamo pagato anche noi. E’ un dato su cui è bene riflettere.

Perchè abbiamo fallito?
Innanzitutto consideriamo i due anni che avevamo alle spalle. Un governo paralizzato da un’eterogeneità dilaniante, un continuo contrasto interno, una sensazione di debolezza estrema e alla fine una caduta rovinosa che ha sancito la parola fine al movimento del centro sinistra inteso come l’avevamo inteso fino ad allora. Ma questo non può e non deve assolutamente essere l’alibi principale. Possiamo discutere sul ruolo dell’informazione, sul conflitto d’interessi, ma se non capiamo che la gente ha votato C-Dx non perchè è ignorante, ma perchè ha ritenuto che riusciva a trovare risposte pratiche in quello schieramento piuttosto che nel nostro non andremo da nessuna parte.

Da dove ripartire?
Non c’è il bisogno di una ripartenza perchè il PD è già partito e ben lanciato. A Vicenza siamo il primo partito e questo dovrebbe dare le dimensioni di quella che è la base da cui partiamo. Certo, c’è bisogno di capire come fare a fronteggiare la Lega, soprattutto se questa otterrà le riforme da lei proposte che la collocheranno agli occhi della gente in posizione di assoluta potenza. Però non c’è da sconfortarsi troppo, anzi. Abbiamo riportato la gente nelle piazze e i giovani a crederci e parlare, discutere, impegnarsi. Abbiamo dato quella sensazione di libertà da giochi e giochetti politici, convenienze partitiche o concertazioni trasversali che hanno tanto danneggiato il governo appena caduto. Siamo stati identificati come nuova forza riformista, abbiamo gettato le basi per un futuro in cui sarà possibile modificare il Paese e non vergognarsi più di essere italiani. Stiamo rilanciando un’etica e una morale nel fare politica, bisogna recuperare dei valori che sono andati perduti piano piano nel corso degli anni, soprattutto perchè chi si faceva portatore di tali teorie non riusciva a tramutarle e allacciarle con la pratica giornaliera. La gente vuol sapere cosa si farà domani in attesa del “sol dell’avvenire” e noi dobbiamo intersecare questa voglia di azione legittima con le idee che ci contraddistinguono, ossia quelle dei valori della legalità, della sicurezza, della solidarietà.

Direi che possiamo ancora farcela. Possiamo ancora insistere e battere su quel chiodo che avevamo martellato in campagna elettorale. Cambiare l’Italia, cambiarla tutti assieme, si può fare e non è un’utopia, un pensiero irrealizzabile. La nostra convinzione ha basi solide che rappresentano quei valori e quei punti di forza che tutti noi vogliamo considerare come radici della rinascita.

venerdì, aprile 04, 2008

Sogni risplendono

E’ solo rabbia che non ha più via di fuga
E all’improvviso poi mi accorgo che non ha più senso
rifugiarsi dentro un’ombra che da noia
E non ci provi più, tu non esisti più!

Senza aspettare più di subire il tempo tra le mani
Sogni risplendono!
E non importa se tutto quanto è fermo intorno a te
Sogni risplendono!

Io sono il tempo, sono la spazio e I DESIDERI SONO I MIEI TENTACOLI!!!!

E non aspetto più di bruciare il tempo tra le mani
Sogni risplendono!!