martedì, settembre 26, 2006

Silvia è libera!!












Il cielo dell'America son mille cieli sopra a un continente;
il cielo della Florida è uno straccio che è bagnato di celeste,
ma il cielo là in prigione non è cielo: è un qualche cosa che riveste
il giorno e il giorno dopo e un altro ancora sempre dello stesso niente.
E fuori c'è una strada all'infinito, lunga come la speranza,
e attorno c'è un villaggio sfilacciato, motel, chiese, case, aiuole,
paludi dove un tempo ormai lontano dominava il Seminole,
ma attorno alla prigione c'è un deserto dove spesso il vento danza.
Son tanti gli anni fatti, e tanti in più che sono ancora da passare,
in giorni e giorni e giorni che fan mesi, che fan anni ed anni amari;
a Silvia là in prigione cosa resta? Non le resta che guardare
l'America negli occhi, sorridendo coi suoi limpidi occhi chiari.
Già, l'America è grandiosa ed è potente, tutto e niente, il bene e il male,
città coi grattacieli e con gli slum e nostalgia di un grande ieri,
tecnologia avanzata e all'orizzonte l'orizzonte dei pionieri,
ma a volte l'orizzonte ha solamente una prigione federale.
L'America è una statua che ti accoglie e simboleggia, bianca e pura,
la libertà, e dall'alto fiera abbraccia tutta quanta la Nazione,
per Silvia questa statua simboleggia solamente la prigione
perché di questa piccola italiana ora l'America ha paura.
Paura del diverso e del contrario, di chi lotta per cambiare,
paura delle idee di gente libera, che soffre, sbaglia e spera.
Nazione di bigotti! Ora vi chiedo di lasciarla ritornare,
perché non è possibile rinchiudere le idee in una galera.
Il cielo dell'America son mille cieli sopra a un continente
ma il cielo là rinchiusi è solo un dubbio o un'intuizione;
mi chiedo se ci sono idee per cui valga restare là in prigione,
e Silvia non ha ucciso mai nessuno e non ha mai rubato niente.
Mi chiedo cosa pensi alla mattina nel trovarsi il sole accanto,
o come fa a scacciare fra quei muri la sua grande nostalgia,
o quando un acquazzone all'improvviso spezza la monotonia,
mi chiedo cosa faccia adesso Silvia mentre io qui piano la canto.
Mi chiedo ma non riesco a immaginarlo: penso a questa donna forte
che ancora lotta e spera perché sa che adesso non sarà più sola.
La vedo con la sua maglietta addosso, con su scritte le parole,
che sempre l'ignoranza fa paura, ed il silenzio è uguale a morte.

L'hanno finalmente liberata!!!

mercoledì, settembre 20, 2006

Emozioni

"Sì…vaffanculo anche tu - Affanculo io? Vacci tu! Tu e tutta questa merda di città e di chi ci abita. In culo ai mendicanti che mi chiedono soldi e che mi ridono alle spalle. In culo ai lavavetri che mi sporcano il vetro pulito della macchina. In culo ai Sikh e ai Pakistani, che vanno per le strade a palla con i loro taxi decrepiti…puzzano di curry da tutti i pori; mi mandano in paranoia le narici… aspiranti terroristi, E RALLENTATE, CAZZO! In culo ai ragazzi di Chelsea, con il torace depilato e i bicipiti pompati, che se lo succhiano a vicenda nei miei parchi e te lo sbattono in faccia sul Gay Channel. In culo ai bottegari Coreani, con le loro piramidi di frutta troppo cara, con i loro fiori avvolti nella plastica: sono qui da 10 anni e non sanno ancora mettere due parole insieme. In culo ai Russi di Brighton Beach, mafiosi e violenti, seduti nei bar a sorseggiare il loro tè con una zolletta di zucchero tra i denti; rubano, imbrogliano e cospirano…tornatevene da dove cazzo siete venuti! In culo agli Ebrei Ortodossi, che vanno su e giù per la 47a nei loro soprabiti imbiancati di forfora a vendere diamanti del Sudafrica dell’appartheid. In culo agli agenti di borsa di Wall Street, che pensano di essere i padroni dell’universo; quei figli di puttana si sentono come Michael Douglas/Gordon Gekko e pensano a nuovi modi per derubare la povera gente che lavora. Sbattete dentro quegli stronzi della Enron a marcire per tutta la vita… e Bush e Chaney non sapevano niente di quel casino?! Ma fatemi il cazzo di piacere! In culo alla Tyco, alla ImClone, all’Adelphia, alla WorldCom
...In culo ai Portoricani: venti in una macchina, e fanno crescere le spese dell’assistenza sociale… e non fatemi parlare dei pipponi dei Dominicani: al loro confronto i Portoricani sono proprio dei fenomeni. In culo agli italiani di Benson Hurst con i loro capelli impomatati, le loro tute di nylon, le loro medagliette di Sant'Antonio, che agitano la loro mazza da baseball firmata Jason Giambi, sperando in un’audizione per I Soprano. In culo alle signore dell’Upper East Side, con i loro foulard di Hermesse e i loro carciofi di Calducci da 50 dollari: con le loro facce pompate di silicone e truccate, laccate e liftate…Non riuscite a ingannare nessuno, vecchie befane! In culo ai negri di Harlem. Non passano mai la palla, non vogliono giocare in difesa, fanno cinque passi per arrivare sotto canestro, poi si girano e danno la colpa al razzismo dei bianchi. La schiavitù è finita centotrentasette anni fa. E muovete…le chiappe, è ora! In culo ai poliziotti corrotti che impalano i poveri cristi e li crivellano con quarantuno proiettili, nascosti dietro il loro muro di omertà. Avete tradito la nostra fiducia! In culo ai preti che mettono le mani nei pantaloni di bambini innocenti. In culo alla Chiesa che li protegge, non liberandoci dal male. E dato che ci siamo, ci metto anche Gesù Cristo. Se l'è cavata con poco. Un giorno sulla croce, un weekend all'inferno, e poi gli alleluja degli angeli per il resto dell’eternità. Provi a passare sette anni nel carcere di Otisville. In culo a Osama Bin Laden, a Al Qaeda e a quei cavernicoli retrogradi dei fondamentalisti di tutto il mondo. In nome delle migliaia di innocenti assassinati, vi auguro di passare il resto dell'eternità con le vostre settantadue puttane ad arrostire a fuoco lento all'inferno. Stronzi cammellieri con l'asciugamano in testa, baciate le mie nobili palle irlandesi!
...In culo a Jackob Elinsky, lamentoso e scontento. In culo a Francio Slaughtery, il mio migliore amico, che mi giudica con gli occhi incollati sulle chiappe della mia ragazza. In culo a Naturelle Riviera: le ho dato la mia fiducia e mi ha pugnalato alla schiena, mi ha venduto alla polizia…maledetta puttana! In culo a mio padre, con il suo insanabile dolore: beve acqua minerale dietro il banco del suo bar, vendendo whisky ai pompieri inneggiando ai Bronx Bombers. In culo a questa città e a chi ci abita. Dalle casette a schiera di Astoria agli attici di Park Avenue, dalle case popolari del Bronx ai loft di Soho, dai palazzoni di Alphabet City alle case di pietra di Park Slope e a quelle a due piani di Staten Island. Che un terremoto la faccia crollare. Che gli incendi la distruggano. Che bruci fino a diventare cenere, e che le acque si sollevino e sommergano questa fogna infestata dai topi. No, no, in culo a te, Montgomery Brogan. Avevi tutto e l'hai buttato via, BRUTTO TESTA DI CAZZO!"

martedì, settembre 19, 2006

Io credo.....

"Anch'io credo. Credo nelle rovesciate di Bonimba, e nei riff di Keith Richards. Credo al doppio suono del campanello del padrone di casa che vuole l'affitto ogni primo del mese. Credo che ognuno di noi si meriterebbe di avere una madre e un padre che siano decenti con lui almeno finchè non si sta in piedi. Credo che un'Inter come quella di Corso, Mazzola e Suarez non ci sarà mai più, ma non è detto che non ce ne saranno altre belle in maniera diversa. Credo che non sia tutto qua; però, prima di credere in qualcos'altro, bisogna fare i conti con quello che c'è qua: e allora mi sa che crederò primo o poi in qualche dio. Credo che se prima o poi avrò una famiglia sarà dura tirare avanti con trecentomila al mese, però credo anche che se non leccherò il culo come fa il mio caporeparto difficilmente cambieranno le cose. Credo che c'è un buco grosso dentro, ma anche che il rock and roll, qualche amichetta, il calcio, qualche soddisfazione sul lavoro, le stronzate con gli amici, bè, ogni tanto questo buco me lo riempiono. Credo che la voglia di scappare da un paese di ventimila abitanti vuol dire che hai voglia di scappare da te stesso, e credo che da te non ci scappi neanche se sei Eddy Merckx... Credo che non è giusto giudicare la vita degli altri, perchè comunque non puoi sapere proprio un cazzo della vita degli altri. Credo che per credere, certi momenti, ti serve molta energia. Ecco, allora vedete di ricaricare le vostre scorte con questo..."

Musica in parole

Mi piace svegliarmi alla mattina con delle note nella testa. Alcuni si svegliano con la rabbia, altri con la paura, altri con l'ansia. A me succede quasi sempre di svegliarmi con la musica. Lei non c'è, ma la mia testa è talmente assuefatta che la riproduce anche quando non è il momento. Anche quando non potresti, anche quando devi concentrarti, anche quando dormi. Soprattutto quando mi sveglio. Quando sono felice non ci sono storie, la musica annulla ogni mio minimo pensiero. Che sia bello o brutto, che sia dolce o salato, la musica rimbomba talmente tanto nelle mie orecchie che nasconde proprio tutto. E' un momento di sfogo ed è un momento di felicità, di compagnia. Quando sei lì da solo che vorresti rompere un muro con un pugno ti aiuta a farti scendere quel livello di adrenalina che non pensaresti mai di poter raggiungere. Altresì quando sei fuori come un balcone per quello che hai fumato o bevuto la musica ti aiuta a ripigliarti, a renderti conto che non sei un vegetale, che sei vivo. Che puoi farcela.
E' proprio quando il rock ti scende nelle vene, come il sangue, quando i "riff di Keith Richards" ti prendono a martellate l'esofago, o quando gli acuti di Matthew Bellamy ti fanno vibrare i padiglioni, che capisci che tu sei nato per ascoltare musica, e la musica è nata per far nascere te.
Ed è quando senti un verso di Guccini o una strofa di De Andrè o un brano di Bersani che capisci che oltre a farti vibrare la musica ha anche il potere di farti muovere. Perchè prima parte da un movimento fisico, dalle gambe alle braccia, ti fa ballare, saltare, pogare, farti male. E poi arriva ad un movimento di livello mentale, dove la musica ha il compito, ma soprattutto il piacere di trasmettere qualche motivo di rabbia. Di sussulto. Di protesta.
E' poi tutta una questione di emozioni, sensazioni, vibrazioni. Quando la spina dorsale ti vibra perchè senti un assolo di Solieri o di Slash che ti chiude November Rain; quando la gola ti si secca quando senti l'armonica del Boss intonare Street of Philadelphia; o quando senti gli occhi che si stanno riempendo di gioia quando senti i tamburi e i fischietti di Jovanotti nell'Ombelico del mondo, capisci che ci sono dei brani, dei pezzi, delle sonorità, che hanno fatto veramente la storia. Ma non quella della musica, o quella del pianeta. Una storia molto più grande, e forse molto più importante di tutte le altre: la tua storia, quella che vivi ogni giorno.
Chi non ha la propria canzone della vita? Chi non ha la propria colonna sonora della vita? Se tu che stai leggendo non ce l'hai o non ci hai ancora pensato, beh, comincia adesso, che non è mai troppo tardi.
E' saltata la puntina, è finito il mio disco, ma fra 1 minuto ricomincerà....hasta siempre hermanos, che la musica sia con voi

mercoledì, settembre 13, 2006

Un bacio....

Perché? Perché? Perché? Ci stai lasciando così silenziosamente come eravamo abituati a vederti. Ci sta dando gli ultimi saluti con l’amore e la premura che solo tu hai potuto e saputo darci nel corso degli anni. Perché? Perché? Perché? Forse ora stai parlando con qualcuno lassù che noi della tua famiglia non abbiamo mai considerato, ma di cui tu hai molto rispetto. E io sono qua dentro alla mia stanza in un ufficio quando in realtà vorrei esserti a fianco per poterti dire un sacco di parole, un sacco di pensieri. Raccontarti come è andata la mia vacanza, della quale avevi tanto in mente, raccontarti della strada che ho fatto per raggiungere la felicità. Poterti parlare, poterti vedere, poterti dire quello che penso, poterti stare accanto. Come tu hai fatto con noi, con tutti noi, nel corso di tutti questi lunghi 22 anni. Perché? Perché? Perché? Mi sento imprigionato dentro 4 mura senza la possibilità di scappare. Mi sento inerme di fronte al male che avanza. Mi sento un vigliacco a non essere lì con te ora. Ho voglia di vederti, di starti accanto ancora un po’, per farti capire che non sei sola, con te ci siamo anche noi, anche se so che avrai già chi te lo sta dimostrando. Come la mamma che ti porta la sua presenza e il mio pensiero, come Roby che hai cullato e allevato insieme a me ed ad Ale, a Jacopo, Sara e Beatrice come fossimo tuoi figli. Perché in parte lo siamo. Sangue del tuo sangue, figli dei tuoi figli. Perché? Perché? Perché? Mi stanno scendendo le lacrime dal viso, ma spero di potermele asciugare in fretta, spero di risvegliarmi da tutto ciò domattina, spero che stasera io possa essere ancora lì con te per abbracciarti, darti un bacio. E ti racconterò delle mie vacanze, anche se non so quanto riuscirai a sentire o capire, ti racconterò di tutto ciò che di più bello c’è al mondo, ti dimostrerò che ti voglio bene. Te ne voglio quanto tu hai ne hai voluto a me, di più non penso che sia raggiungibile. Hai avuto sempre una forza che le altre persone possono solamente sognare, hai sempre avuto uno spirito che gli altri essere umani possono solamente invidiarti. Hai superato mille ostacoli, hai superato mille barriere, per stare sempre lì con noi, per starci sempre accanto. Ma ora….fatti forza nonna, noi siamo con te, sappiamo che ce la puoi fare anche se non so quanta voglia hai ancora di lottare. Se mi senti, se senti questo pensiero, queste parole fluttuanti nell’aria lotta ancora, fallo per me, fallo per noi, che ti vogliamo bene e che vogliamo starti a fianco. So che le senti, so che riesci a udire questo brusio, sto cercando di attraversare chilometri per arrivare a te, perché dove non arriva il corpo può sicuramente arrivare la mia mente. E allora forza nonna, ho ancora bisogno di te…..

martedì, settembre 12, 2006

Diario silenzioso

Mi metto dopo un paio di giorni a ripensare a questo mio viaggio, fatto attraverso le Dolomiti per arrivare al Pordoi. 3 giorni di cui non mi dimenticherò. 3 giorni fantastici, vissuti sulla “cresta dell’onda”, vissuti tra divertimento puro e condiviso e visioni idilliache di posti, montagne e passi che mai prima d’ora i miei occhi avevano incrociato. Sono arrivato in posti dove nemmeno le mucche riuscivano a stare in piedi, posti in cui ci siamo ritrovati noi circondati da un gregge di caproni, luoghi in cui se non ti fermi per guardarti attorno non ti rendi conto che stai perdendo probabilmente i più bei luoghi di montagna mai visti. Mi sono ritrovato come un bambino che scarta un regalo, con la stessa faccia ed espressione da ebete, da colui che non ha mai capito un cazzo della vita e si trova a vedere le meraviglie così, quasi per caso.
E poi ci sei tu che come ti ho scritto mi hai aiutato in questo mio momento abbastanza nero. Ci sei tu con la tua voglia di vita, con le tue corse, le tue urla e i tuoi pensieri. Ci sono le nostre riflessioni sul mondo, sul destino, questo delirio di parole che ogni tanto è fantastico condividere con qualcuno senza pensare di essere diventato pazzo tutto d’un tratto. Ci sono le nostre passeggiate, le nostre fumate, le nostre risate e le nostre storie, raccontate a perdifiato in camera, sulle panchine, sopra ad un sasso. C’è tutta una vita in quei 3 giorni, c’è il riassunto di due persone che si vogliono bene e che hanno capito probabilmente di avere molte cose in comune. Ci sono le camminate lungo le vie di montagna, oppure le corse per arrivare in paese; c’è il bongo suonato lungo la strada con la gente che ci guarda sconvolta; le canzoni cantate a squarciagola in mezzo alla montagna, con la bellezza che nessuno tranne noi ci avrebbe disturbato. L’eco delle nostre urla e delle nostre canzoni, le scie delle nostre discese sull’erba. I tuoi capelli che ora non riuscirei più a vedere diversamente, le tue risa, i tuoi occhi e i tuoi abbracci. I tuoi deliri di onnipotenza quando siamo stati circondati da dei caproni che hai richiamato dal loro lento ritorno a casa, i nostri viaggi ascoltando Neffa e lasciandoci trasportare molto lontano. I nostri risotti, le patatine, le birre. C’è il mio diventare losco e le nostre foto. Ma c’era soprattutto la nostra voglia di divertirci e di stare assieme, sapendo che la nostra pazzia è un nostro tratto comune e la nostra visione generale degli eventi è un nostro segno particolare.
Sapendo che “solamente chi è così pazzo da pensare di cambiare il mondo alla fine riesce a cambiarlo”.

“Raccontami le storie che ami inventare, spaventami; raccontami le nuove esaltanti vittorie, conquistami, inventami dammi un'altra identità, stordiscimi disarmami e infine colpisci, abbracciami ed ubriacami di ironia e sensualità”

lunedì, settembre 04, 2006

venerdì, settembre 01, 2006

Impressioni di settembre

E' cominciato settembre e come primo giorno mi ritrovo l'ultimo della settimana lavorativa. Mica male come cosa, non trovate?
Ho dato una occhiata veloce a tutti i miei messaggi di questi mesi, pensavo di averne scritti meno. Ci sono anche molti commenti, ma so anche di gente che me lo dice a voce o tramite una mail o tramite un sms quello che pensa. Sono contento.
E' vero che avrei potuto scrivere molto di più, ma se non ho l'ispirazione c'è poco da fare, non riesco a mettermi davanti ad una tastiera e scrivere.
Ho notato che il blog è andato passo passo col mio umore e con i miei pensieri, esattamente come dovrebbe andare. Un diario quasi personale.
Ho visto che non ho scritto quasi niente su Cuba, cosa che ho reputato assai triste e deleteria. Non ho più scritte sulle mie vacanze, cosa altrettanto da denigrare. Ho scritto forse troppo su Berlusconi e mi sono stancato anch'io di leggerlo, però era il mio sentimento giornaliero. Lo schifo prevaleva e questo blog mi ha permesso di sfogarmi.
Recupererò, ve lo prometto. Le foto di Cuba sono ancora là nel pc, dovevo farne un dvd, ma ormai è passato un anno. Devo farlo, assolutamente, mi devo impegnare!
Mando un saluto e un grosso augurio a Fidel, ho fatto appena in tempo! Ho nostalgia di Ernesto....
Devo finire il sito per un mio amico, ma devo anche trovare il tempo. Devo crearmi il pc dai pezzi vecchi e non ne ho voglia, o meglio ne ho voglia, ma non trovo mai il momento giusto! E poi da solo non ce la farò mai quindi devo far coincidere il mio tempo con quello di Beach.
Devo comprarmi un pò di roba utile, ma non ho voglia di spendere soldi. Insomma, sono un gran pigrone e vivo troppo senza programmi....
Già, sono programmatore, pare assurdo vero?
Voglio una macchinetta fotografica digitale, voglio un masterizzatore dvd, ma soprattutto voglio togliermi dalle palle l'armadio che ho in camera che mi libererebbe un casino di posto!
Devo scannerizzarmi le foto dell'Ale, stasera prometto che lo faccio! Come i cd per Max, porello da quanto aspetta. A parte che io aspetto ancora la maglietta!! Quel COGLIONE!!
Andrò anche all'MTV Day e pure in dolce compagnia. Minchia, sono o non sono fortunato?
Stamattina pensavo ascoltando la radio che sono passati già 5 anni dalla morte di Carlo Giuliani, sono tantissimi.
Ho voglia di vivere. I miei amici lo sanno. Sono contento.

Sono felice

Quest'oggi sono felice! Non chiedetemi perchè, visto che non lo so bene neanche io! Dovrei finire di raccontare le nostre ferie, ma adesso non ne ho molta voglia!

Nel frattempo devo ringraziare Caio perchè mi ha fatto fare una grande scoperta!! Anzi, due grandi scoperte!!

Maki
Marghe

Grandi ragazze, ora è giunta la vostra fine, ho il vostro blog, siete segnate!!!