giovedì, agosto 24, 2006

Se Freud mi aiutasse....



L'ho presa per mano, nel buio della notte. Le poche stelle nel cielo avevano lo stesso effetto delle candele in una cena romantica. L'ho accompagnata lungo le scale, l'ho seguita con la delicatezza con cui un bambino scarta un regalo. Non potevo avere fretta, era già tutto pronto, bastava solo proseguire. L'ho abbracciata con amore, guardandola negli occhi come si guardano solamente le persone veramente speciali. Le ho promesso il mare, lei non ci credeva. In lontananza la musica, figlia di una festa, in cui probabilmente metà delle persone avrebbe bisogno della carta d'identità per riconoscere le proprie credenziali. Era la musica sbagliata, per quel momento, quasi fastidiosa. Abbiamo deciso di isolarci nei nostri pensieri. I suoi occhi brillavano e sembravano riflettere il luccichio delle stelle. Poche, ma buone. I nostri sguardi erano uno di fronte all'altro, i pensieri roteavano nella mente, mai occupata e ingombrante come in quel momento. Le ho dato un bacio. Dolce, intenso, caloroso, lento. Le ho messo un braccio attorno al collo e le ho detto "seguimi". Il tragitto non era proprio dei migliori, sembrava la selva oscura da attraversare per arrivare alla felicità. Finalmente il mare, calmo come nei suoi momenti migliori, quasi a darci un segno di benvenuto. Non ci credeva. Da dove spuntasse quel mare non lo sapeva, ma lo accettava col sorriso delle persone che dimostrano con uno sguardo di essere contente. La musica in lontanza, ora solo un pò più vicina di prima, ora però un pò meno fastidiosa. Adesso si sentivano anche delle grida. Ci sdraiamo sulla riva, entrambi. La bacio. Niente era più bello di quello che stavo vivendo in quel momento. La notte ci avvolgeva, col suo nero punteggiato di stelle. Non ci avrebbe lasciato, ci avrebbe protetti per tutta la sua lunga durata. Eravamo quasi a metà, ma di tempo ce n'era ancora molto. I suoi occhi mi facevano impazzire, continuo a guardarla, continuo a fissarla. Era bella, coi suoi capelli lunghi, lasciati liberi sulle spalle, che si muovevano ritmatamente coi suoi sospiri...le cerco ancora gli occhi, ma qualcosa di strano sta succedendo attorno a noi, in lei...la luce comincia ad intensificarsi, le voci a farsi più forti, i tuoi occhi cominciano ad allontanarsi irrimediabilmente, lasciandomi solo con i miei piaceri e le mie paure....
il nuovo giorno ti accoglie sempre nei momenti meno opportuni e questo può cambiare drasticamente i pensieri e gli umori di una persona. Freud ne ha fatto una ragione di Stato e c'ha scritto un libro, o meglio, una serie di libri...chi non è Freud può solo accettare, magari incazzandosi, l'arrivo del nuovo sole. Sicuramente potrà solo impegnarsi a mettere in pratica tutto ciò che la sua mente ha partorito....
buona giornata a tutti, per quanto possibile

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