martedì, ottobre 31, 2006

Roma parte prima

siamo partiti venerdì 13, alle ore 19.50. Sapevamo cosa ci aspettava, cosa avevamo davanti, di fronte, che ci veniva incontro come un tir a tutta velocità. E l'abbiamo preso in pieno, di petto, come un Materazzi in corsa. Lo volevamo prendere in pieno, era nostra volontà e nostra intenzione fare in modo che finisse così. Perchè a vent'anni se non vivi le cose nella loro totalità non è bello e non ti sembra nemmeno di averla, quell'età. Il treno partiva da Verona, ma portava a Lecce; solo 3 carrozze erano dedicate alla nostra destinazione. Il tempo di capire quali fossero a nostra disposizione ci bastò per renderci conto che se non si faceva in fretta la notte l'avremo passata in piedi, o al meglio, nei seggiolini che fanno compagnia al silenzio del corridoio. Nell'ultimo buco dell'ultima nostra carrozza 3 ragazzi occupavano 6 posti. L'ideale per noi. Abbiamo fatto conoscenza, uno da Napoli, uno da Lecce, uno dalla Calabria, da una località non ben definita, vista la sua non volontà di esporre la propria provenienza. La notte la passammo con loro, tra una chiacchiera e una sigaretta, alternate a ritmo di stazione. Esperienze da ventenni. Erano le 6, era ancora buio, ma salutammo tutti. Abbiamo fatto compagnia alla notte. Roma ci aspettava.Scendemmo a Tiburtina e fumammo tanto per cambiare una sigaretta. Avrò fumato due pacchetti in due giorni, per me un numero esagerato. Ma era il clima, la situazione, le grandi camminate, le attese. Abbiamo comprato una cartina di Roma, santa cartina, nostra salvatrice nella notte. Fatta la colazione a caffè e briosche, siamo partiti alla ricerca del nostro ostello. Ignari di ciò che poteva capitarci, ma allo stesso tempo esaltati per essere nella Capitale. Eravamo vicini al Viminale, una stradina parallela. La casa era un'abitazione di inglesi, studenti, ma anche gente di passaggio, con zaini stracarichi e magliette del mondiale tedesco appena finito. Confermata la prenotazione abbiamo salutato tutti e siamo partiti per andare al festival. L'alba è sempre una cosa avvincente, fantastica. A Roma poi, l'alba è veramente magnifica. In quell'intreccio di sacro e profano, di storia di passato e presente, di storia che sai essere sotto i tuoi piedi, ma anche sopra la tua testa. Di cultura e di vita, di monumenti e di quartieri, di guardie che controllano gli ingressi della politica e macchine che cominciano già a suonare i primi clacson. Il sole comincia a salire e a riflettere la sua luce fra i palazzi che sembrano fare da spettatori a questo spettacolo. Roma la mattina presto, con la calma ancora nell'aria, è uno spettacolo da non perdere.

Nessun commento: