mercoledì, marzo 07, 2007

Continuate voi....

Il salone è grande e al proprio centro è posizionato un grosso tavolo di legno. Tutt’attorno, aderenti alle pareti, una serie di sedie e panche, tutte in ordine, come qualcuno le ha disposte. Il sole è già calato da un paio d’ore e la Luna sta riempiendo la stanza con il suo sorriso e il suo fascino. Le finestre vengono lasciate aperte per evitare di soffocare quel clima surreale che si era creato nel luogo. D’altra parte problemi di temperatura non ce ne sono. E’ estate e la brezza che scivola tra le foglie rende un pò più lieve l’arrivo dell’agosto.
In fondo alla sala, dalla parte delle finestre, c’è un trono. Seduto in questo trono c’è lui, vestito solamente del suo pudore e delle sue fantasie. Le finestre, piccole e poche, lo tengono nell’ombra quasi completamente, avvolto da un mistero che solo lui saprà svelare. O che solo lei saprà scoprire. Dall’altra parte c’è lei, completamente nuda. Solo un leggerissimo velo bianco-trasparente a renderla meno volgare. E’ seduta in una sedia, l’unica sedia messa appositamente da lui in quella stanza. Il resto è tutto frutto di lavoro altrui. Ha le gambe incrociate e lo sguardo sensuale e misterioso che tenta di scoprire chi le sedie di fronte, dall’altra parte della stanza.
Suona una campana, una volta, due, poi altri rintocchi. Si perde il suono delle ore nella notte e lei lascia scivolare il proprio velo di seta e vergogna. Si alza dalla sedia con delicatezza, come non dovesse farsi scoprire. In realtà lui è lì che la guarda, la scruta, la osserva. Il suono della campana è il segnale che i giochi possono cominciare e lei non se l’è fatto ripetere due volte. La musica di un pianoforte arriva dalla sala di fianco. Lei si blocca, impietrita. Una terza presenza non era stata messa in preventivo. Lui non si muove di un centimetro e sorride, nell’ombra, alle smorfie della bella. Lei prende coraggio e torna ad avanzare. I piedi, piccoli, delicati, lasciano l’impronta del proprio passaggio in un pavimento troppo freddo per essere sopportato a lungo. Arriva alla fine del tavolo e si solleva, fino ad arrivare a sedersi sopra di esso. Si sdraia in tutta la sua lunghezza e lascia che i raggi della luna diano una propria forma al suo esile corpo. Ora è lei che lo attende. Ora è lei che comanda....

1 commento:

Anonimo ha detto...

...ma alla fine lui sarà disposto a fidarsi e a lasciarsi guidare da lei??? sarà disposto a stare alle sue regole??? perchè in fondo lei forse vuole solo portarlo dentro il suo mondo...