mercoledì, gennaio 31, 2007

Una prospettiva differente


Molte volte mi metto a riflettere sul perchè preferisco certi autori rispetto ad altri. Indipendentemente dalla musica, dalle tonalità, dalla voce, ci deve essere qualcosa che mi fa propendere verso certi tipi di cantanti (o cantautori). In precedenza la cosa era bollata semplicemente come “è di sinistra” e questo aveva già di per sè molta influenza. Anche se poi col tempo mi sono accorto che è difficile, estremamente difficile, trovare il contrario, ossia cantanti o cantautori di destra. Ma questo è un atro argomento. Dicevo che un tempo consideravo la cosa come un semplice “è di sinistra”, ma ultimamente mi sono messo a pensarci più a fondo. Cosa c’è di più in quegli artisti? Cosa c’è di magico, di quasi ipnotico in quegli autori? Cosa mi fa propendere nel mettere un disco di De Andrè, o di Guccini o di Caparezza piuttosto che mettere quello di De Gregori o Venditti? Domenica sera ho avuto definitivamente la risposta a questa mia domanda. Ciò che mi incatena a loro è la loro capacità di mettersi sempre dalla parte dello scomodo. E ciò va oltre al semplice fatto di essere una persona di sinistra. Esula da piccoli e sterili confini o panorami politici e sfocia nella personalità dell’autore, nella testa della persona che scrive quei testi.
Sempre dalla parte del più scomodo. Questa è la verità, questa è la risposta. E mi catturano perchè tendenzialmente mi ritrovo in loro, nei loro testi, nelle loro decisioni di scegliere una parte piuttosto dell’altra. Perchè la verità non sta mai in una sola versione dei fatti, c’è la necessità di capire l’altra faccia della medaglia.
Suicidi, prostitute, drogati, aborti, gente che cambia sesso, incesti, macchinisti ferrovieri che si scagliano contro il nulla, don chisciotte contro i mulini a vento. Non è facile raccontare una storia dal loro punto di vista. Il giudizio umano è insito nell’uomo e purtroppo ogni essere vivente propende per giudicare qualunque cosa gli passi vicino anche senza conoscerla. Il non giudicare, il raccontare qualche storia da un punto di vista differente è ciò che mi attanaglia a loro. Ciò che mi ipnotizza. I punkreas cantano degli zingari, Caparezza dice “mi troverai nei via vai di un gay pride”.
Io mi ritrovo in loro e mi accorgo di provare sempre più ribrezzo per chi parla qualunquisticamente e approssimativamente di qualsiasi cosa. Provo schifo e ciò in parte mi dispiace. Mi dispiace perchè capisco che c’è molta gente così e mentre parlo con loro sento dei pensieri che quasi si staccano dalla mia testa per uscire e protestare perchè queste persone non riescono a vedere un pò oltre il proprio naso. Ed è grazie agli autori prima citati che mi riconcilio col mondo, grazie a loro e alla loro voglia e capacità di dire cose “non scontate”, di mettere sempre “il naso” nelle faccende più sporche.

"...ricorda Signore questi servi disobbedienti
alle leggi del branco
non dimenticare il loro volto
che dopo tanto sbandare
è appena giusto che la fortuna li aiuti..."

2 commenti:

Anonimo ha detto...

mi ritrovo pienamente in ciò che dici!! e per stasera ok appuntamento su msn!!

Anonimo ha detto...

Bellissimo articolo, bravo, hai centrato esattamente il cuore dell'argomento. Ognuno di noi ha i suoi gusti musicali, a prescindere dal fatto che essi siano di destra o di sinistra, ma alla fine si tende sempre ad amare di più quei cantanti che sono vicini a noi, nel modo di pensare, di comportarsi, di esporre e cantare i propri ideali.